IL NOSTRO IMPEGNO
LA SITUZIONE ATTUALE
La produzione di plastica è di circa 381 milioni di tonnellate e 5 trilioni, o più, di pezzi di plastica stanno inquinando le acque di tutto il mondo.
Il tema del riciclo non può essere sottovalutato: ogni anno l’economia mondiale consuma più di 100 miliardi di tonnellate di materie prime, ma ne riutilizza solamente il 9%. Solo nell’Unione Europea si producono più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti!
Al fine di promuovere la transizione verso un’Economia Circolare, a febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050.
COSA STA CAMBIANDO?
Il cartone contribuisce ad un’economia circolare più della plastica, ma anche più di bioplastiche e di plastiche di seconda vita.
Le bioplastiche, ad esempio, che sono materiali prodotti da fonti biodegradabili come verdure, riso e altri composti organici e vegetali, nonostante siano sicuramente meno inquinanti della plastica, non sono attualmente riciclabili, anche se si decompongono molto più rapidamente. Quindi possiamo affermare che questi materiali sono generalmente molto più efficienti ed ecologici e contribuiscono alla riduzione dell’inquinamento, ma solo parzialmente.
CHANGE YOUR MIND
Un packaging in cartoncino capace di adattarsi ai principi dell’economia circolare è un imballaggio progettato per ridurre l’impatto ambientale, sia nella fase di produzione grazie alla riduzione delle emissioni di CO2, sia nel fine vita grazie alla possibilità di riciclo o riutilizzo.
Quando si parla di cartone, è importante avere a mente il processo di lavorazione che sta alla base della sua produzione.
Il cartone, per sua natura, è uno dei materiali più sostenibili ed è un buon esempio di economia circolare. Il cartone, in quanto monomateriale, non necessita di un’attività di separazione prima dello smaltimento. Una volta portata a termine la sua funzione originale, viene convertito in un nuovo materiale utile attraverso l’operazione di riciclo. La fibra che viene recuperata dal macero di carta e cartone può essere nuovamente riciclata dalla 5 alle 7 volte. La quantità di macero riciclata in Italia ogni minuto è pari a 10 tonnellate!
Il macero, ossia il cartone recuperato, ritorna nel ciclo produttivo del cartone, che rappresenta in Italia ben l’80% della materia prima impiegata per la sua produzione. Il restante 20% è costituito da fibre vergini, provenienti per lo più dal taglio delle foreste di conifere e latifoglie gestite in maniera responsabile e controllata.
UNA GESTIONE RESPONSABILE
È quindi una considerazione sbagliata quella di credere che la distruzione delle foreste sia correlata alla produzione della carta. In realtà è esattamente l’opposto: la produzione cartaria da fibre vergini, sostenuta dal forest management, determina un incremento della superficie boschiva.
La distruzione della foresta tropicale non è di certo imputabile all’industria cartaria: oltretutto è noto che la qualità della fibra che si ottiene dal legno tropicale è poco adatta alla produzione di carta e cartone. Al contrario, le foreste della cintura boreale – valutabili in 100 miliardi di metri cubi – si stanno espandendo al ritmo di 1,3 miliardi di m³/anno, mentre ne vengono utilizzati per uso industriale circa 600 milioni di m³, con un tasso di crescita che supera di gran lunga quello di abbattimento (meno cioè del 50% della crescita).